14 Giugno 2025

Salvatore Calvaruso l'omicida - Salvo Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, le vittime.

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Monreale 28 aprile 2025 – Non deve impressionare il titolo del mio articolo, quanto accaduto alle prime luci dell’alba di martedì 28 aprile a Monreale, è proprio una “cronaca di morte annunciata” e le motivazioni vanno ricercate, non solo nel vile gesto di una o più mani sconsiderate, senza scrupoli e senza rispetto per la vita umana, ma anche della persistente sordità di chi rimane completamente immobile alle sollecitazioni dei cittadini e, se mi è consentito, anche di qualche, forse uno solo, Giornalista che vive la Città, anche se con distacco, ma che è sicuramente dotato di esperienza e di spirito d’osservazione.

Mi spiego meglio: nella Città un tempo normanna, Monreale appunto, una città che comunque omicidi di questo genere ne ha patiti parecchi (occorre andare indietro nel tempo e scorrere le cronache), non ultimo quello dell’indimenticabile Comandante della Compagnia Carabinieri, il Capitano Emanuele Basile, trucidato, per uno strano caso del destino, anche lui nel pieno del festeggiamenti del SS Crocefisso e anche lui caduto sotto i colpi, questa volta dei mafiosi e non della delinquenza comune, alle prime luci dell’alba del 4 maggio 1980, anche in quel caso, ormai lontano 45 anni, i killer salirono da Palermo.

Certo, questa strage che ha portato via tre giovani incensurati, tre giovani lavoratori, due dei quali di 26 anni, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli e Salvatore Turdo di soli 23 anni, ai quali si aggiunge il ferimento di un 33enne e di un minore, a quanto pare colpiti dalla girandola di una ventina di colpi esplosi altezza d’uomo dal palermitano Salvatore Calvaruso, un giovane di soli 19 anni, con un passato di pugile dilettante alle spalle, questa strage – dicevo – non può essere etichettata “di mafia”, ma le analogie, le modalità e l’arma o le armi, perché potrebbero essere stati più di uno i delinquenti che hanno sparato, sicuramente reperiti in ambienti malavitosi vicini alla mafia dei quartieri ZEN e Borgo Nuovo, in questo momento passati a setaccio da azioni congiunte dei Carabinieri e della Polizia di Stato, fanno pensare e devono profondamente far riflettere.

Durante le Feste del SS Crocefisso degli ultimi anni, la Città invasa in maniera sproporzionata, più che dagli ordinati Fedeli che il 3 maggio assistono alla Processione, ma da persone in cerca di legittimo divertimento, di musica e di prodotti culinari, è apparsa agli occhi dei residenti, priva di adeguati controlli e questo nonostante le sempre costante e definirei addirittura “eroica”, presenza dei Carabinieri, impegnati con tutti i loro uomini e le loro donne sul Territorio. Uomini e donne in Divisa, spesso ingiuriati, offesi e in alcuni casi addirittura aggrediti fisicamente. Gli sforzi dei Militari dell’Arma, non sempre supportati a dovere dalle Polizia Municipale, anch’essa in affanno di personale, questo è giusto scriverlo e con un organico fatto di molte unità prossime al pensionamento, è stata notata dai Monrealesi e anche da chi, come al sottoscritto, a Monreale, ci risiede pur non essendoci nato. Molti, sempre a mio avviso, sbagliano a sussurrare e a scegliere i Social per lamentarsi, facendolo puntualmente ad ogni presentarsi di una nuova tragedia e mai denunciando alla Stazione Carabinieri o scrivendo al Primo Cittadino e aglli Assessori, oppure ai Consiglieri, del disagio che vivono e dei timori che li pervade. Probabilmente non hanno completamente fiducia in loro e di loro non si fidano, tanto da poter confidare timori e disagi, come Democrazia vorrebbe.

I cittadini, lo ribadisco, hanno comunque i loro Rappresentati e questi, oltre al Sindaco Alberto Arcidiacono, al quale credo non possano essere imputate colpe particolari, visto il suo costante impegno e le sua sempre generosa presenza, sono anche i Consiglieri Comunali, sia essi di Maggioranza e così di Opposizione e in particolare gli Assessori, i quali, in alcuni casi, proprio non si vedono a risultano poco disponibili ad accettare e porre rimedio alle sollecitazioni che giungono della Comunità e da, intendo sottolinearlo, quei giornalisti, come nel caso del sottoscritto, lasciati da soli a rischiare attraverso i propri articoli e le proprie denunce, articoli tutti scovati sul campo, senza che mai pervenga un comunicato e/o una notizia dall’Ufficio Stampa del Comune, nonostante i fatti siano incresciosi e di gravità notevole.

Oggi, con i morti a terra, tutti a lodare la presenza delle telecamere che stanno rivestendo un ruolo determinate riguardante la narrazione dei fatti accaduti alla 01:30 circa del 28 aprile, ma la Città, fatta di vicoli, scalinate e anfratti, spesso bui e nascosti, non è totalmente munita di quel servizio di videosorveglianza dovuto e questo nonostante la Prefettura abbia più volte assegnato al Comune le telecamere e nonostante siano stati di recente acquistati, a caro prezzo, due droni dei quali sembrano essersene perse le tracce e per il funzionamento dei quali non è dato sapere chi, all’interno dell’organico della Polizia Municipale, possieda i brevetti adatti al pilotaggio da terra.

Non desidero, almeno in questo caso e con questo scritto, scendere nei particolari di fatti che riguardano la mia persona e rifacendomi a quanto evidenziato dal dott. Castrense Ganci, già Funzionario di Polizia Municipale, da pochi mesi andato in pensione, ma oggi Rappresentante del Comitato di Palermo della I.P.A. (International Police Association), non sarebbe male, come egli stesso ha narrato in una sua in una sua televisiva, applicare il “Decreto Caivano” e, nel contempo, affidare più fondi per la formazione e per il potenziamento in loco delle Forze dell’Ordine, fondi sicuramente più utili a finanziare Feste e Sagre paesane, di spessore e valenza di gran lunga inferiore a quella, sentita e apprezzata, del SS. Crocefisso di Monreale.

Non nego di sentire sulla mia pelle queste morti e, anche in questo caso, preferisco non scendere in particolari e raccontare di quanto accade a me da circa 20 anni e scelgo di concludere formulando le mie sentite condoglianze alle famiglie delle Vittime, alla giovanissima fidanzata di Andrea Miceli che mai potrà dimenticare la tragedia, una giovane donna probabilmente salvata dal gesto lungimirante del suo ragazzo che l’ha obbligata, prima di cadere sotto i colpi dell’assassino, a rifugiarsi nell’auto nei pressi parcheggiata e con l’augurio di pronta ripresa rivolto ai due feriti.

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