
Monreale 8 maggio 2025 – Non si è ancora spento e forse mai si spegnerà l’eco tragico dei diciotto spari che hanno strappato alla vita i giovani Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, uccisi da uno o più balordi, due dei quali già assicurati alla Giustizia, saliti dallo ZEN di Palermo a Monreale che, proprio a causa di questa immane tragedia che ha colpito la Città alle porte di Palermo, il Sindaco Alberto Arcidiacono, profondamente toccato dai tragici fatti, ha annullato i festeggiamenti per il SS. Crocefisso e ha dichiarato che “alcune cose andranno riviste“.
Pensiamo, anzi, speriamo in cuor nostro che il Sindaco si riferisca all’organizzazione generale della Festa del SS Crocefisso e non tanto alla processione in se stessa, perché questa ha sempre proceduto al meglio, grazie all’impegno dei cittadini e dei componenti la “Confraternita” ai quali, tra le altre, appartenevano i tre giovani barbaramente trucidati. Siamo certi che il Primo Cittadino si riferisse a tutto il contorno che detta Festa richiama e alle manifestazioni collaterali. Immaginiamo e speriamo, ancora una volta, che Arcidiacono si riferisse anche all’azione della Polizia Municipale sul territorio e su una richiesta al Governo centrale e a quello Regionale, finalizzato al potenziamento di uomini e mezzi dell’Arma dei Carabinieri, oggi da tutti invocati e anche, a nostro avviso, spropositatamente additati, perché a dire dei cittadini e dei parenti delle Vittime, non presenti sul luogo della strage. Su queste ultime accuse rivolte ai Militari dell’Arma, il discorso andrebbe approfondito e bisognerebbe anche verificare quando è partito l’allarme, dal momento che la rissa in se stessa, prima che venisse data “parola” alle armi, è durata parecchi minuti.
Comunque sia, a Monreale, noi che ci viviamo tra mille difficoltà, visto che senza togliere niente a nessuno e certi non urtare la sensibilità dei benpensanti, di minacce fisiche e verbali, di lettere anonime, oltre che di ben cinque proiettili in due mandate ricevuti, negli ultimi vent’anni ormai, tanti quanti sono gli anni che qui risiediamo, sono sempre mancati i segnali di Legalità e a darli non sono certo i soliti personaggi sempre presenti nell’Isola alle Commemorazioni, con tanto di bandiere a seguito. Non basta nemmeno commemorare gli omicidi del Cap. Emanuele Basile, quest’ultimo avvenuto 45 anni fa, a conclusione della, guarda caso, Festa del SS. Crocefisso del 1980 e del Cap. Mario D’Aleo, avvenuta a Palermo, tre anni dopo quella del suo predecessore che come lui era alla guida della Compagnia Carabinieri di Monreale.
Nel dimenticatoio passa invece, l’omicidio a colpi di lupara, del Parroco del Duomo Mons. Gaetano Millunzi, avvenuto il 13 settembre 1920 a Realcelsi, territorio di Monreale, nella sua casa di villeggiatura, probabilmente perché aveva toccato gli interessi di qualcuno, legato alla mafia, il quale gestiva allora l’erogazione dell’acqua nella Cittadina un tempo normanna e tutti sembrano aver dimenticato la scia di sangue che alla fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, insanguinò la Città e le Frazioni.
Oggi, Sindaco Arcidiacono a parte, il quale è sempre pronto a prestare orecchio ai cittadini, la Giunta ottempera alcune Deleghe, come quella ai rifiuti e decoro urbano e quella alla Polizia Municipale, che sono a nostro avviso cruciali e che non sono, sempre a nostro sindacabile avviso, degnamente rappresentate, vuoi per l’incapacità di ascolto che i due Titolari delle deleghe (non intendiamo nemmeno nominarli), vuoi per la mancata presenza fisica in Città, di almeno uno dei due. I rifiuti si accumulano nei punti strategici e i più presenti sono gli Operatori Ecologici, i quali controllano minuziosamente, fose più delle stesse Forze dell’Ordine, vie principali e anfratti della Città, a quasi tutte le ore del giorno e della notte, con l’obiettivo di tenere la Città il più possibile pulita e ai quali, anni addietro, fece per vari motivi, incredibilmente ricorso la Polizia Municipale, per frugare tra i rifiuti, al fine di rintracciare “dati sensibili” che andavano protetti dalla massima privacy, riguardanti i cittadini che conferivano maleducatamente per strada (conserviamo le foto e possiamo dimostrare quel che sosteniamo).
Mancano quelle telecamere di sorveglianza che oggi si stanno rivelando utilissime per rintracciare gli autori della recente strage e la loro collocazione, benché la Prefettura ne abbia affidato un numero cospicuo al Comune, non si sa bene secondo quale principio e priorità, sia deciso il logo della loro installazione e chi ci sia al vertice di tale decisone. Eppure, noi per primi, abbiamo più volte segnalato (anche via PEC che non trovano risposta) la situazione scandalosa di Via Antonio Veneziano “al ferro“, dove le condizioni non sono mutate nemmeno da quando il Comune, il giorno prima delle ultime Consultazioni che portarono a riconferma dell’attuale Sindaco, decise di impiantare una sorta di “Oasi della Legalità”, con tanto di panchina, fioriera (i gerani subito divelti!) e paletti dissuasori che cominciano a vacillare poiché scientemente “toccati”, giorno dopo giorno, da “sbadati” automobilisti che a ridosso di questi, dove non dovrebbero e una foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a ridosso della quale, giorno per giorno e sera per sera, si accumulano rifiuti: se la Polizia Municipale lo notasse tutte le decine di volte che transita sulla citata strada, meta quasi obbligata per far ritorno al loro Comando…
In tema rifiuti, l’ultimo controllo della Polizia Municipale che ricordiamo, sulla Via Antonio Veneziano, è quello effettuato dal dott. Castrense Ganci, Funzionario a Elevato Qualifica, ma correva l’anno 2022 ed era, per l’esattezza, come da nostra foto scattata e in calce all’articolo pubblicata ricorda, il 1 gennaio.
Sulle modalità d’intervento della Polizia Municipale, presto presenteremo l’ennesima dettagliata denuncia, con la quale intendiamo evidenziare la poca affidabilità che questi Agenti, nella quasi totalità dei casi rivestono e quale poca fiducia in loro si possa, secondo la nostra esperienza diretta, riporre e il conseguente che il pericolo al quale espongono quei pochi Cittadini, noi tra questi che a loro ci rivolgiamo, per problemi riconducibili alla viabilità, alla quiete pubblica e al decoro e persino al rispetto dei posti riservati ai Disabili.
E’ giunta l’ora e il momento di scriverlo, senza preamboli e reticenze, esperienza in tema di (anti)mafia e di minacce di vario genere subite, non solo da quando risiediamo a Monreale, ma anche negli anni precedenti che vanno, dal 1958 al 2004, a Palermo, nel tristemente noto quartiere “Noce“, il quartiere che Totò Riina “portava nel cuore“, il quartiere che diede i natali a personaggi del calibro dei Ganci e degli Spina e il quartiere nel quale, oltre allo stesso Riina, trovò per lungo periodo ospitalità, niente di meno che, il boss Pietro Torretta, ne abbiamo maturata. L’abbiamo maturata anche stando costantemente a fianco dello Scrittore contro la mafia (lui detestava il termine Antimafia) Michele Pantaleone che tra gli altri scrisse, illustrati dal Maestro Pippo Madè, “A cavallo della tigre” – “Antimafia in Tribunale” – “Antimafia occasione mancata“. Ma l’abbiamo maturata anche per fatti e situazioni personali che, nel caso specifico, non è ancora il momento di narrare, ma che, prima o poi, quando ce ne saranno le condizioni ambientali e temporali, contiamo di raccontare nel dettaglio e per iscritto.
Alla luce di questi fatti e di queste esperienze, ci permettiamo umilmente, ma con veemenza, di suggerire al Sindaco Alberto Arcidiacono, tra le pochissime persone nelle quali, compresi alcuni Militari dell’Arma, riponiamo fiducia e speranza, di allontanare dalla Giunta gli Assessori che non solo non producono, ma che non sono nemmeno avvezzi a fattivamente, senza prenderli per i fondelli con promesse vane, prestare ascolto ai cittadini che desiderano collaborare e che vorrebbero qualitativamente migliorate le condizioni di vita, visti anche i tributi che sono chiamati a versare e che vengono anche utilizzati per gli emolumenti dei funzionari, degli impiegati e persino degli assessori.
Stesso provvedimento il Sindaco, sempre secondo il nostro sindacabile discernimento, dovrebbe prenderlo nei confronti di quei Funzionari, arroganti oltre che ineducati, i quali si permettono di scrivere (su Whatsapp) a un cittadino-giornalista che gli segnala i rifiuti abbandonati, attraverso i suoi articoli e che lo invita a prodigarsi nel piazzamento delle telecamere e nell’attuazione dei controlli di sua pertinenza “Lei ce l’ha con i suoi concittadini e con la città che la ospita. La prego di cancellare, così come farò io, il mio contatto dai suoi“: frasi inaccettabili che, rese pubbliche e scritte in denuncia presentata alla Stazione Carabinieri, come a suo tempo facemmo noi, dovrebbero portare all’allontanamento dall’incarico di questi personaggi.