
L'incredibile storia del pittore Palermitano Angelo Zarcone raccontata in un libro.
Palermo 22.10.2024 – Quella di Angelo Zarcone, sia della sua vita che della sua scomparsa, è un vero mistero e a interessarsene, oltre che lo studio del detective privato Tom Ponzi, il quale in passato condusse serrate indagini sperando di risolvere il misero, se ne occupano oggi due illustri scrittori, Gianni Bono e Raffaele Mangano, i quali da anni lavorano sui tasselli di una vicenda, alla quale, il redattore di quest’articolo, Rosario Lo Cicero Madè e con lui suo padre, il noto pittore Pippo Madè che di Zarcone fu collega e amico, hanno dato un contributo, sia attraverso i loro personali ricordi che con una foto d’archivio, scattata nel lontano 1969, all’inaugurazione di una mostra di Madè che si tenne nell’allora elegantissimo autosalone C.R.I.S.P.A. (concessionaria Audi – NSU) di Via Ammiraglio Rizzo a Palermo, una foto probabilmente illuminante, dal momento che ha dato volto al Pittore scomparso nel nulla.
Zarcone, come si può leggere nel libro “Non Sono Stato Io” edito da Nuvole di Carta che verrà presentato sabato 26 ottobre alle 18,30 presso la Galleria Veniero Project di Piazza Cassa di Risparmio, 22 a Palermo, era in cerca di un’affermazione ma, nel frattempo, per tirare a campare, accettava lavori saltuari che gli venivano affidati da rotocalchi, settimanali, album illustrati e fu lì che la sua storia personale, s’intreccio con quella del “Re del terrore“, il famoso Diabolik partorito, quasi per gioco, dalla fervida mente di Angela e Luciana Giussani che pubblicarono il primo episodio nel 1964, per le edizioni della milanese Astorina, le quali si avvalsero, appunto, della mano del palermitano Angelo Zarcone.
Il misterioso sguardo di Diabolik, dai ricordi di Pippo e Rosario Madè, così come il taglio duro e spigoloso del viso del fuorilegge che ha appassionato e che appassiona sino ai nostri giorni, milioni di estimatori sparsi in tutto il mondo, sembra proprio richiamare il volto del Pittore palermitano, del quale, alla fine degli anni ’70, si persero le tracce e questo senza nemmeno una sua rivendicazione riguardante Diabolik.
Siamo certi che anche il curioso pubblico palermitano, i tanti estimatori di Diabolik e chissà, anche qualcuno che ha ricordi personali del “ricercato” Angelo Zarcone, vorranno presenziare alla prestazione del libro, acquistandolo e gustandosi questo ennesimo “giallo” che attraversa le vie di Palermo.